Una lettera ai Ministri dell’Interno e della Giustizia, ai Parlamentari eletti in Campania e al Prefetto di Napoli per accendere i riflettori sulla decisione di ieri del Consiglio di Stato, che dopo aver riscontrato carenze nel precedente giudizio ha chiesto al Tar Lazio di pronunciarsi nuovamente sul ricorso presentato contro lo scioglimento. Il Tar Lazio ha chiesto al Ministero dell’Interno di fornire entro un mese la relazione che motiva le ragioni dello scioglimento senza omissis e ha fissato l’udienza pubblica il 29 maggio prossimo. Dieci giorni prima del voto.
‘’Mi rivolgo a Voi – scrive Salvatore Vozza – perché penso che la città di Castellammare non meriti di andare al voto del 9 giugno per l’elezione del Sindaco e il rinnovo del Consiglio Comunale nelle condizioni che si stanno delineando.
Pesano certamente i ritardi delle forze politiche, di tanti di noi e insieme anche il rammarico, dopo due anni di gestione della Commissione straordinaria del Comune – a causa dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche – per non essere riusciti a condurre una seria riflessione su quanto accaduto, sul momento difficile che la città sta attraversando, sulle scelte da compiere, sulle modalità nuove con cui costruire alleanze e convergenze. A tutto ciò si somma l’attesa per i due pronunciamenti della Magistratura: quello concernente il ricorso presentato da amministratori e consiglieri comunali uscenti avverso lo scioglimento, e quello attivato dal Ministero dell’Interno nel giugno del 2022 per la dichiarazione d’incandidabilità per quattordici amministratori.
Alle forze politiche, in primo luogo, spetta il compito di compiere uno sforzo per costruire con la città, in questi pochi mesi che ci separano dal voto, programmi e coalizioni credibili .
Alla Magistratura, nel pieno rispetto della sua autonomia, di superare ritardi e incertezze che potrebbero determinare uno svuotamento del prossimo appuntamento elettorale’’
A due anni dal voto, infatti, su entrambi gli aspetti non vi è stata nessuna decisione.
‘’Credo – prosegue nella sua lettera Vozza – che Castellammare sia diventata un caso nazionale per il modo in cui si è ingarbugliata la situazione. Nella vicina Torre Annunziata , Comune sempre sciolto per le stesse motivazioni, le cose si sono svolte in modo diverso. A Castellammare è accaduto, invece , che il Consiglio di Stato, dopo aver riscontrato carenze nel precedente giudizio ha chiesto al Tar Lazio di pronunciarsi nuovamente sul ricorso presentato contro lo scioglimento. Il Tar Lazio ha chiesto al Ministero dell’Interno di fornire entro un mese la relazione che motiva le ragioni dello scioglimento senza omissis e ha fissato l’udienza pubblica il 29 maggio prossimo. Dieci giorni prima del voto ’’
Una situazione inaccettabile
“E’ utile chiarire – specifica Vozza – che la decisione del Tar, nel caso di accoglimento del ricorso, non avrebbe ricadute, se non in modo forte sul piano politico e per eventuali risarcimenti per i danni subiti dagli interessati, per lo svolgimento delle elezioni. In nessun caso potrebbe essere reinsediato il precedente Consiglio Comunale. Castellammare se non fosse intervenuto lo scioglimento sarebbe andata al voto nel 2023.
Il giudizio sulle incandidabilità che pende preso il Tribunale di Torre Annunziata , dopo quanto accaduto tra Tar e Consiglio di Stato ,assume un rilievo importante. Si è in attesa della sentenza, anche in questo caso dopo continui rinvii causati da difetti di notifica, dal 26 settembre 2023, si tratta di oltre 100 giorni.
Come ben sappiamo tutti, le liste per prendere parte alle elezioni di giugno dovranno essere depositate entro i primi giorni di maggio, cioè tra poco più di tre mesi.
Se dovessero slittare ancora di più i tempi della sentenza, davvero cadremmo in una situazione paradossale, che potrebbe mettere a rischio lo stesso nuovo Consiglio Comunale appena eletto. Castellammare – conclude Vozza – non merita anche questo’’.
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