Bonus “600 euro”: denunciate 662 persone

Le fiamme gialle di Caserta hanno scoperto un danno all’INPS di circa 2 milioni di euro

Nella provincia di Caserta, la guardia di finanza di Aversa ha scoperto un giro di “assunzioni” e successivi licenziamenti messi in atto per riscuotere l’ormai famoso bonus covid di 600 euro.

Il totale dei denunciati è di 662 persone, tra legali rappresentanti di aziende e “finti” lavoratori, nonchè consulenti del lavoro.

I riscontri di polizia giudiziaria compiuti della Guardia di Finanza, su delega della Procura Napoli Nord, hanno permesso di
accertare in tutti i casi esaminati la frode dell’impresa e dei dichiarati rapporti di lavoro.
In effetti è stato accertato un modus operandi caratterizzante queste condotte criminali, che vede
l’attivo apporto di consulenti fiscali e/o del lavoro che provvedono a creare degli schermi societari, solo
di facciata, da sfruttare per ottenere indebitamente i sussidi pubblici.


Inesistenza di sedi operative, mancanza di qualsivoglia contabilità e l’insussistenza delle attività dichiarate: praticamente le società che risultavano datori di lavoro erano in realtà scatole vuote appositamente create al solo scopo di assumere (ovviamente solo sulla carta, senza pagare alcuna contribuzione) una serie, spesso numerosa, di lavoratori, che
poi venivano formalmente licenziati.


L’operazione di analisi ha permesso inoltre di confermare alcuni aspetti del fenomeno già emersi negli anni passati, ossia la localizzazione delle imprese “fantasma” in un ambito territoriale ben delimitato, che vede coinvolti per lo più i comuni dell’agro aversano e, in particolare, in questi ultimi casi, Villa di Briano, Villa Literno, San Marcellino e Casal di Principe, e in secondo luogo i settori economici più colpiti dal fenomeno, che sono risultati, ancora una volta, quelli delle imprese edili, dei
servizi di pulizia e del volantinaggio.


Anche la cifra di queste ultime evidenze desta allarme e non sembra diminuire nonostante i numerosi
interventi repressivi: soltanto nei primi 5 mesi dell’anno sono stati infatti ben 662 i soggetti denunciati,
a vario titolo, per truffa aggravata nei confronti dell’Ente previdenziale, per un profitto illecito,
pari alle indennità illecitamente percepite, che sfiora i 2 milioni di euro.

E a questi dati vanno poi aggiunte le richieste di indennità non dovute, già inoltrate all’Ente
previdenziale e non concesse solo grazie all’ attività ispettiva svolta dallo stesso ente previdenziale e
alle successive conferme giudiziarie, nonché, spesso, ulteriori condotte delittuose a sfondo economico
finanziario come la frode fiscale e il falso in bilancio.


Una vera emorragia di risorse pubbliche che vede all’ opera non solo imprenditori senza scrupoli, ma
anche professionisti del settore che mettono a servizio dei truffatori le loro competenze tecniche, come
i 6 ora denunciati alla competente A.G.