Caro Peppe,
Ti ringrazio per la cortese lettera che mi hai inviato. Ti rispondo, senza farmi condizionare da ciò che è accaduto in questi mesi, convinto che confrontarsi, costruire ponti e convergenze che aiutino la città a riprendere un cammino positivo, debba prevalere su tutto. Il 3 aprile donne e uomini che hanno promosso l’iniziativa del 23 marzo torneranno a incontrarsi per valutare le azioni necessarie da mettere in campo per sbloccare l’assurda e inaccettabile situazione nella quale siamo precipitati; sarà quella l’occasione per discutere anche della tua iniziativa di oggi.
Consentimi solo di aggiungere alcune considerazioni. Per essere breve e non ripetitivo mi rifaccio al contenuto delle lettere, 12 settembre 2023 e 12 marzo 2024, scritte a te come segretario e ai dirigenti provinciali del Pd , per chiarire alcuni aspetti che hanno segnato questi due anni di gestione straordinaria del Comune .
In questi mesi nessuno e tantomeno il sottoscritto ha lavorato per ostacolare la costruzione di processi unitari. Ho sempre sostenuto che la priorità fosse di parlare alla città, di costruire relazioni e rapporti con le sue esigenze e con le articolazioni sociali, piuttosto che dare priorità alla necessità di sistemare equilibri interni ai partiti.
Mi sono mosso segnalando, insieme ad altri, temi e aspetti, alcuni dei quali tu richiami nella lettera , che sarebbero dovuti stare al centro di un lavoro comune su cui impegnare forze politiche e sociali, giovani e competenze. Forse questo avrebbe evitato di trovarci nelle attuali condizioni. Non entro nel merito di modalità e percorsi attraverso cui il Pd ha chiesto a una personalità come Luigi Vicinanza la disponibilità a candidarsi a Sindaco: concordo pienamente sul valore della persona a cui mi legano rapporti di stima e amicizia.
Tanto penso questo di Luigi Vicinanza che senza comunicati e post, due anni fa, quando è stato sciolto il Consiglio comunale, insieme ad altri, ho chiesto a Vicinanza di valutare un suo impegno per costruire un percorso che ci avrebbe dovuto portare alle elezioni al termine della gestione straordinaria. Richiesta ribadita anche in forma pubblica con l’appello del gennaio 2023. Forse sarebbe stato utile iniziare allora questo percorso di confronto politico e programmatico. Ma tant’è. Non ho pensato, quindi, che si fosse presentata con lo scioglimento del Consiglio l’occasione per ritornare in campo.
In questi anni ho sempre ascoltato la città e anche le critiche che mi coinvolgevano direttamente; non sono mai scappato e ho sempre continuato a difendere Castellammare in tutte le sedi, a sollevare temi a contrastare scelte sbagliate . Tu nei sei in parte testimone perché insieme abbiamo ragionato del Puc, o siamo andati all’Autorità portuale per protestare per il modo in cui non si affrontavano i problemi del nostro porto , o ancora all’ACER ( ex IACP) per le condizioni in cui venivano lasciati i nostri quartieri. La stessa cosa è avvenuta, anche con altri esponenti del Pd, quando si è trattato di sostenere la realizzazione del nuovo Ospedale, per evitare che le aree delle Terme finissero in mani sbagliate.
Caro Peppe, penso che nelle difficoltà che si sono aperte oggi abbia pesato anche un’impostazione che ci ha fatto perdere di vista i problemi e i bisogni concreti della gente, della nostra città. In due anni, non solo il Pd – tranne che per i temi più volte citati, come il sottopasso – ma tutta la politica a mio avviso è apparsa distratta in un passaggio così difficile e in presenza di occasioni e finanziamenti irripetibili per il futuro di Castellammare.
Serviva e serve uno scatto d’orgoglio della città, ridare fiducia alle cittadine e ai cittadini, non offrire lo spettacolo della divisione, riscoprire il valore delle competenze e dell’impegno disinteressato per il bene della città. Sai che non mi accodo alla facile polemica contro i partiti, penso che in forme nuove, aperte , usando nuovi strumenti per coinvolgere le giovani generazioni, che la loro funzione andrebbe rilanciata; sai anche però che non ne condivido la deriva personalistica e la loro riduzione a semplici macchine elettorali.
In questi due anni ho sempre ribadito il ruolo centrale del PD per costruire un programma serio e coalizioni che non mettessero su alleanze solo numeriche, ho anche detto più volte che avrei dato il contributo senza rivendicare ruoli . A fronte di convergenze unitarie ampie , capaci di impegnare associazioni, forze politiche e realtà economiche e sociali, a partire dal sindacato, nessuno di noi potrebbe tirarsi indietro; nessuno di noi può però far finta di non vedere, ad un mese dalla presentazione delle liste – questo me lo consentirai con rispetto – che sono state costruite tanta confusione e tante divisioni che pesano sulla credibilità di quel campo progressista e democratico che si propone come una soluzione al disastro del centrodestra.
Poiché è mancata questa funzione da parte di tanti di noi e da parte dello stesso PD ci siamo divisi in tante liste che non comunicano tra loro e non condividono un programma.
Non abbiamo molto tempo, quello che ci rimane però non può essere sprecato se non diventano trasparenti i motivi , senza che vi sia chiarezza su quali sono intanto le forze che condividono il percorso che voi avete messo in campo. Non si tratta di azzerare niente, ma di riprendere un dialogo ascoltandosi reciprocamente. Noi il 3 aprile proveremo a riproporre questa necessità e a lavorare per costruire soluzioni unitarie ma non rimanendo più fermi ad aspettare.
Salvatore Vozza