A Castellammare una messa in suffragio per Vittorio Emanuele III per chiedere la tumulazione a Roma

Questa mattina alle ore 8,30 presso la Chiesa Parrocchia S. Maria dell’Arco è stata celebrata la S. Messa in suffragio di Re Vittorio Emanuele III, nel 76esimo anniversario del suo richiamo a Dio, in esilio. Partì da Napoli il 9 maggio 1946 dopo 46 anni di Regno con la Regina Elena per Alessandria d’Egitto, dove morirà il 28 dicembre 1947. Il Re Faruq I d’Egitto dispose che il Re avesse funerali di Stato scortato da un’adeguata rappresentanza delle forze armate egiziane; durante l’ esequie fu salutato da 101 colpi di cannone – fu tumulato nella Cattedrale di Santa Caterina d’Alessandria, per desiderio dell’estinto sulla bara non furono deposti fiori: solo la Bandiera del Regno d’Italia, infatti, a chi volle onorarne la memoria, fu consigliato di seguire il suggerimento della Regina Elena, ovvero di beneficare la Comunità italiana in Alessandria d’Egitto. Il 17 dicembre 2017, la salma di Vittorio Emanuele III è stata rimpatriata di nascosto a bordo di un aereo dell’Aeronautica Militare e tumulata nella Cappella di San Bernardo del Santuario di Vicoforte (CN) accanto la Regina Elena. Esiliati in Patria, lontani da Roma.
Il nipote e attuale Capo della Casa Reale Vittorio Emanuele per questa commemorazione ha inviato il seguente ai fedeli stabiesi: “A quanti sono riuniti oggi nella chiesa di Santa Maria dell’Arco in Castellammare di Stabia, in occasione della Santa Messa in ricordo di mio Nonno, S.M. il Re Vittorio Emanuele III giunga il mio grato e memore saluto. Esattamente 76 anni fa scompariva il Re Soldato, che continua a vivere nella memoria e nei cuori di tutti coloro che servono la Patria anche oggi. Mio Nonno, fu sempre in prima linea con i Suoi soldati. La Sua esistenza non fu tra le più facili, dopo la guerra, il Re pagò per tutti; pagò anche per colpe non Sue e solo contro tutti ha espiato gli errori di una generazione, offrendosi all’esilio che lo attendeva in Alessandria d’Egitto con composta rassegnazione, adempiendo a tale sacrificio con grande dignità e compostezza. Ritrovarsi oggi nel Suo ricordo e stretti nella preghiera per la Sua anima rappresenta un importante gesto per il quale desidero esprimere tutto il mio compiacimento e la mia gratitudine. Ringrazio il celebrante della Sacra Funzione,  il Gr. Uff. Rodolfo Armenio Presidente dell’A.N.C.R. di Pompei,  e tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione di questa cerimonia. A Voi tutti invio il mio grato e memore saluto”.
Una celebrazione per chiedere la tumulazione a Roma del “Re Soldato”, nel Pantheon, Tempio destinato alla sepoltura dei Reali d’Italia, con la consorte la Regina Elena, il figlio Umberto II e la nuora Maria José.