Stop allo scioglimento per camorra, le motivazioni dei giudici: “Sentenza del Tar troppo generica”

Lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche diventa un caso. Il Consiglio di Stato mette in discussione il provvedimento e annulla la sentenza con cui la prima sezione del Tar del Lazio ha respinto il ricorso dell’ex sindaco Gaetano Cimmino e di 19 ex amministratori tra consiglieri e assessori del Comune di Castellammare di Stabia.
Le motivazioni dei giudici del Consiglio di Stato sono un macigno per i colleghi del Tar. Innanzitutto parlano di “estrema genericità delle motivazioni su cui si regge la sentenza impugnata” e “non consente in alcun modo di comprendere il percorso logico-giuridico su cui il Tar ha fondato le proprie conclusioni”.
I giudici quindi accolgono la maggior parte delle richieste della difesa dei politici stabiesi coinvolti. In particolare rispetto a un cd che avrebbe dovuto contenere le “prove” dello scioglimento, ma che è risultato completamente vuoto: “Va condivisa la critica – spiegano dal Consiglio di Stato – alla Segreteria del Tar Lazio sono stati depositati la relazione prefettizia e della Commissione d’accesso priva di omissis ed un compact disc che avrebbe dovuto contenere tutti gli atti istruttori indicati nell’indice della medesima relazione (supporto informatico privo però di contenuto, così come risulta anche dal verbale di acceso del 13 luglio 2023)”.
Un’altra pesante censura arriva anche al criterio del “più probabile che non” avallato dai giudici del Tar: “Sella stessa sentenza sono evocati gli ampi margini di discrezionalità dell’Amministrazione nell’apprezzamento degli elementi sui collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata, la valutazione d’insieme operata dal provvedimento impugnato alla luce della applicazione del criterio del “più probabile che non”. Tuttavia, pur non potendosi escludere che tali presupposti siano presenti, nello svolgimento della vicenda giurisdizionale il giudice di primo grado avrebbe dovuto argomentare anche con diretti riferimenti ai rilievi emersi nel corso dell’istruttoria soprattutto per dare conto puntuale della loro univocità e rilevanza”.
Con queste motivazioni, il Consiglio di Stato annulla la sentenza del Tar e rinvia gli atti a una nuova sezione del Tar. Si riparte da capo. Come nel Gioco dell’Oca. La parola fine sullo scioglimento per infiltrazioni della camorra è ancora tutta da scrivere.
Daniele Di Martino