CASTELLAMMARE. A palazzo Farnese torna la “cricca degli affidamenti diretti”

Dopo un tregua durata il periodo di permanenza della Commissione di Accesso tornano gli affidamenti diretti "ai soliti noti"

Gli uffici comunali ci ricascano. Questa volta a vendere i dispositivi di protezione individuale contro il covid è una società che gestisce parcheggi. Come già accaduto qualche mese fa, gli uffici comunali stabiesi hanno dovuto ricorrere all’acquisto di dispositivi di protezione individuale per i dipendenti dell’Ente, e come qualche mese fa, i 30.000 euro di fornitura sono stati affidati ad un’azienda, stando alla visura camerale, che non può farlo.

Non pochi sospetti potrebbero insorgere poi leggendo i nomi dei soci: tutti riconducibili sempre alla stessa “cricca” di faccendieri che spesso e volentieri si ritrovano affidamenti per migliaia e migliaia di euro dal Comune di Castellammare.
Una breve tregua negli affidamenti “anomali” degli uffici comunali si era avuta fino a qualche settimana fa, periodo in cui c’era la Commissione di Accesso inviata dal Prefetto di Napoli proprio per verificare eventuali anomalie nella gestione cittadina. Dopo circa sei mesi di “stop” fanno capolino di nuovo i “volti noti” degli appalti comunali e, come già scritto in passato, senza nemmeno i requisiti per eseguire le forniture che gli vengono affidate.

La gestione di un parcheggio. E’ questo quello che può fare la srl che si è aggiudicata la fornitura di sanificanti, mascherine e barriere in plexiglass. E’ questo quello che fa a Castellammare di Stabia in una struttura sanitaria locale. Come già scritto e stando a quanto scritto nel Registro delle Imprese, la ditta che intascherà i trentamila euro non potrebbe vendere i generi di prodotti richiesti dagli uffici comunali. La stranezza poi, che sembra più offendere l’intelligenza dei cittadini, è che tra le considerazioni del RUP nella relazione istruttoria c’è “la necessità di acquisti da fornitori diretti e l’impossibilità di rivolgersi a negozi on-line, è necessario ed indispensabile rifornirsi di materiale presso rivenditori presenti sul territorio”.

Considerazione strana questa del Rup e poi del Dirigente: non hanno visto che la sede dell’azienda fornitrice non è di questo territorio ma dell’estrema provincia a sud della Campania, forse l’ultimo comune campano al confine con la Basilicata? Non hanno controllato, il Rup prima ed il Dirigente poi che dalla visura camerale questa azienda non può vendere mascherine o altri DPI ma può solo gestire parcheggi ed aree di sosta?

Tralasciando le parentele con altri “fornitori anomali” del Comune, gli impiegati comunali dovrebbero controllare bene prima di spendere soldi pubblici. Proprio per le loro performance ricevono un premio ogni anno che si traduce in cifre consistenti, ma se questi sono i risultati, allora sarebbe da rivedere anche l’operato dell’ Organismo interno di valutazione che assegna la produttività ai dipendenti comunali.