Lavori Pubblici: la risposta a Pietro Salini, che attacca i consorzi stabili e le piccole e medie imprese del settore

Intervento dell’U.C.S.I. a seguito delle dichiarazioni del Dott. Pietro Salini a ReStart su RAI 2, che ha attaccato i consorzi e le piccole e medie imprese del settore dei lavori pubblici

Pubblichiamo l’intervento dell’ U.C.S.I. – Unione Consorzi Stabili Italiani, a seguito dell’intervento del Dott. Pietro Salini, nel programma ReStart su Rai 2, che ha attaccato i consorzi e le piccole e medie imprese del settore dei lavori pubblici

“Esprimiamo disaccordo con quanto asserito dal Dott. Pietro Salini nel programma ReStart, con particolare riguardo all’affermazione per cui “non è che 100 imprese da 1 fanno 1 impresa da 100”, ove evidentemente riferita ai consorzi stabili.

Sul punto si osserva che i medesimi consorzi sviluppano le economie delle piccole e medie imprese creando anche nuove grandi aziende, che in mancanza dello strumento consortile rimarrebbero relegate ad operare quali meri subappaltatori dei big, compresa la stessa WeBuild.

Eppure, sono note le conseguenze non sempre edificanti del modello predicato dalle grandi imprese, specie alla luce dei plurimi dissesti degli ultimi anni, risoltisi nel salvataggio anche con fondi pubblici dei big e nella decozione delle piccole e medie imprese utilizzate quali subappaltatori.

Inoltre è la stessa WeBuild ad aver utilizzato il sistema dei consorzi e lo strumento consortile:

si pensi al Consorzio Ordinario di Concorrenti Webuild Spa, consorziata capofila – Impresa Pizzarotti & C. S.p.A., Astaldi S.p.A., ovvero al Consorzio COCIV, balzato di recente agli onori della cronaca giudiziaria, del quale WeBuild è capofila.

Quanto poi alle lamentele circa il fatto che molti operatori “Si avvalgono dell’esperienza di terzi”, si precisa che l’avvalimento (peraltro differente dallo strumento consortile) è uno dei principi cardine della stessa Direttive Europea di cui il Dott. Salini predica l’applicazione diretta, costituendo un ulteriore strumento a tutela della concorrenza ed a garantire lo sviluppo delle PMI.

Aggiungasi che, il tanto amato “modello Genova”, senz’altro lodevole per il contesto in cui è stato applicato, per stessa ammissione anche dell’attuale Ministro Giovannini si è reso possibile non certo per le deroghe alla normativa nazionale o comunitaria (senz’altro intervenute), ma solo in quanto vi è stata una fase di progettazione accelerata, per essere il progetto acquisito senza gara (i.e. “donato” dal progettista) ed approvato senza necessità di acquisire tutti i pareri necessari (collocandosi le opere sullo stesso tracciato del precedente Ponte Morandi).

L’auspicio, dunque, è che il legislatore possa semmai implementare gli strumenti, quali i consorzi stabili, a tutela delle piccole e medie imprese che costituiscono il cuore pulsante dell’economia nazionale e del settore delle opere pubbliche.

U.C.S.I. – Unione Consorzi Stabili Italiani