Antonio Cimmino, ex vice sindaco della giunta di Gaetano Cimmino, candidato con Forza Italia a sostegno di Mario D’Apuzzo, interviene sulla vicenda politica di Castellammare. Cimmino, come giudica questa campagna elettorale?
«Mi sarebbe piaciuto si parlasse di più di programmi, del futuro della nostra città. Invece sembra che l’unico argomento sia quello giudiziario. E a questo proposito mi viene da dire al centrosinistra che la smettesse di rimestare nel torbido. La vicenda scioglimento non è affatto chiusa come dimostra la sentenza del Consiglio di Stato. Dall’altra parte, invece, mi pare che le notizie di cronaca dicano cose ben diverse. Non si può avere una doppia morale su queste cose».
Parliamo della città: lei è stato anche vice sindaco con delega ai lavori pubblici e tante altre. Cosa rivendica del lavoro fatto?
«Ho sentito tanto parlare di quotidianità: ma forse chi dice queste cose non sa che da vice sindaco mi sono impegnato, insieme alla giunta, per assumere otto operai che oggi costituiscono una squadra di pronto intervento per tutte le emergenze sul territorio. Governare non è facile, ma serve competenza e capacità di conoscenza del territorio».
Castellammare deve affrontare anche una sfida delicata: quella dei fondi Pnrr.
«Grazie al lavoro che abbiamo svolto noi è stato possibile reperire i fondi necessari alle opere pubbliche che la prossima giunta probabilmente dovrà solo cantierizzare e inaugurare. Un lavoro certosino fatto di trasparenza e di qualità: è anche grazie a quel lavoro che si ridisegnerà la città del futuro».
C’è poi il tema del futuro turistico, delle spiagge e del waterfront.
«Recentemente il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, ha confermato l’interesse e l’impegno del Governo per il tratto di costa. Quando abbiamo elaborato il piano spiagge noi siamo stati quelli che hanno deciso di aumentare la quota di litorale pubblico a disposizione dei cittadini. Abbiamo messo tutto nero su bianco. E questi sono fatti, il resto speculazioni da bassa campagna elettorale. Il waterfront è il futuro della città, insieme alle sue realtà produttive. Ed è su questo che si deve tornare a investire».